Fotografia odontoiatrica: Psicologia dei colori

Fotografia odontoiatrica: Psicologia dei colori

La relazione tra colore ed effetto terapeutico era già conosciuta nell’antico Egitto; non possiamo quindi dire che la cromoterapia sia una scoperta recente.
Il principale ricercatore sulla terapia del colore è stato P. Ghadiali Dinshah. Dopo anni di studi e sperimentazioni, scoprì che dati colori esercitavano un’influenza su ghiandole specifiche. Da questa esperienza nacque la sua “terapia spettrocromatica”, anche se successivamente il ricercatore N.S. Hanoka perfezionò questi studi confermando le tesi precedenti specificando soprattutto la funzione preventiva della cromoterapia.

Il colore in fotografia
Da quando, ormai un secolo fa, è avvenuta la nascita della fotografia a colori, abbiamo assistito ad un cambiamento radicale della tecnica fotografica. Chi è appassionato della fotografia in bianco e nero sa bene quante manipolazioni siano possibili, specie in camera oscura. Si possono ottenere immagini più o meno contrastate solamente cambiando lo sviluppo, il tipo di carta da stampa, il modo di agitare la tank e con tante altre infinite sfumature. La scelta di tutte queste variabili consente all’autore di conferire all’immagine sensazioni diverse, legate alla densità, al contrasto e alla finezza della grana.

Con l’avvento della fotografia a colori, è sicuramente venuta meno la possibilità di intervento da parte del fotografo, ma l’emozionalità e la comunicazione visiva ne ha sicuramente guadagnato. Con la post-produzione delle immagini digitali le possibilità aumentano ancora di più. Non si può certamente negare la grande potenzialità del colore di evocare sensazioni emotive.

Il colore della stanza di un bambino influisce sul suo comportamento e sulla capacità di dormire serenamente. Il colore del nostro vestito può aiutarci nel lavoro a concludere affari. Il colore di una confezione di alimenti ci può spingere all’acquisto.
Per citare semplici notazioni scientifiche, la retina focalizza i colori con lunghezze d’onda variabili e diversi gradi di rifrazione inducendo reazioni istantanee nel cervello e nel sistema nervoso. I colori caldi ad esempio hanno lunghezze d’onda maggiori, quindi sono più stimolanti dei colori freddi.

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Piero Principi si occupa di Fotografia da oltre trent’anni; dopo aver partecipato a molti corsi e workshop sia in Italia che all’estero, si è specializzato nella Fotografia Pubblicitaria e Industriale. Ha pubblicato due libri, “Obiettivo in ascolto” (una raccolta di foto di Jazzisti famosi con il quale ha vinto un premio internazionale) ed un manuale tecnico di illuminazione, la sua vera passione. Nel 2004 ha vinto il terzo premio nel prestigioso “Professional Photography Award” nella categoria “Fotografia Pubblicitaria”. Dal 2004 scrive articoli di illuminotecnica sulla più importante rivista italiana di Fotografia: “Tutti Fotografi”. Da molti anni tiene corsi di Illuminotecnica riservati a professionisti. È docente di Fotografia presso l’Esercito Italiano e consulente per la Polizia Scientifica. www.pieroprincipi.com
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