Come recitava Bob Dylan “nulla è più certo del cambiamento”
Niente di più vero e non perché lo dice una leggenda come Dylan ma perché piuttosto è una legge di natura… così va la biologia, la medicina, persino la matematica… e così va il mondo! Come esseri umani siamo per indole, carattere, esperienza, diversamente tolleranti e reattivi al cambiamento.
Pensiamo per esempio a quanto può essere difficile per alcune persone cambiare medico, barbiere, avvocato, commercialista… figuriamoci confessore!
Per non parlare delle nostre dannatissime abitudini.
Per i meno avvezzi al cambiamento le cose possono mettersi davvero male se il mondo attorno muta e tanto più se questo mutamento è veloce e inesorabile.
Da circa un decennio viviamo uno dei periodi più bui della civiltà occidentale.
Il mondo è cambiato. Anzi è già cambiato. Così velocemente che ne siamo rimasti scioccati!
La crisi economica, il nuovo assetto mondiale, la dissoluzione delle frontiere geografiche, la cosiddetta globalizzazione hanno prepotentemente imposto nuove dinamiche di mercato, spazzando via rapidamente le regole su cui si erano basati anni di progresso ed industrializzazione e mettendo a rischio il benessere guadagnato con il sacrificio di intere generazioni con ripercussioni devastanti sullo stato sociale, sulle famiglie, sui singoli individui.
Come “la grande mietitrice”, ha falciato il sistema industriale e intere categorie di lavoratori artigiani e professionisti.
La crisi economica ha colpito la categoria dei dentisti in maniera particolarmente dura ed efferata.
Fra le professioni è quella che probabilmente ha riportato i danni maggiori, vuoi per i costi di accesso ai servizi, vuoi per l’ingresso nel settore, già ampiamente saturo di offerta, di una concorrenza spietata ed aggressiva, che ha stravolto le dinamiche del mercato, modificando i comportamenti di acquisto delle persone, di fatto distorcendo anche la relazione medico-paziente.
La nascita di centri low-cost in franchising, prima privati poi anche cooperativi, e la diffusione del Terzo Pagatore (Assicurazioni) hanno affiancato il Turismo Odontoiatrico verso i paesi dell’Est Europa nel determinare la globalizzazione del settore. È stato fin troppo semplice per questi giganti commerciali imporsi sulla piazza, trovando ben poca resistenza da una classe medica conservatrice, miope, divisa e obsoleta, stupidamente arroccata sui propri privilegi e impigrita dai propri vizi. Ad ufficializzarsi è stata la crisi non dell’odontoiatria in sé, quanto piuttosto del dentista “tradizionale”. Una crisi di ruolo e di identità che, ormai già da molti anni, ha decretato la fine dell’età dell’oro per la professione.
Destinata ad un lungo Purgatorio dal quale sopravviverà soltanto chi saprà rinnovarsi, interpretando il cambiamento attuale ed anticipando quello che verrà.
Perché alle fine dei conti “nulla è più certo del cambiamento”
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