Investire sul digitale diventa una responsabilità sociale: partiamo dalla fatturazione elettronica

Investire sul digitale diventa una responsabilità sociale: partiamo dalla fatturazione elettronica

Già a partire dal 1 gennaio 2017 infatti, sono previste misure volte a incentivare la fatturazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi anche tra privati, attraverso lo stesso sistema già in vigore verso la Pubblica Amministrazione. In sostanza, tutti i soggetti passivi Iva, quali imprenditori, aziende, società, commercianti, liberi professionisti ed artigiani, che operano sul territorio dello Stato, avranno la possibilità di decidere se optare per l’invio telematico all’Agenzia delle Entrate, con rinnovo ogni 5 anni, di tutte le fatture emesse e ricevute, anche mediante l’utilizzo del SdI (sistema di interscambio), in cambio di alcune importanti agevolazioni.

Per favorire tale processo verranno messi a disposizione software gratuiti che permetteranno di generare, trasmettere e conservare le fatture elettroniche. Al contrario di quanto accaduto con la Pubblica Amministrazione, nel caso di fatturazione elettronica tra privati non vi sarà alcun genere di obbligatorietà. Ovviamente, i benefici saranno moltissimi e pare che vi saranno anche notevoli incentivi.

Cosa cambia con la fatturazione elettronica e l’invio telematico?

In primo luogo, è molto importante fare presente che essa consente di avviarsi a passi da gigante verso un processo di digitalizzazione del paese, che ci vede tutt’oggi al 25 posto in Europa su 28 stati (fonte DESI – Digital Economy and Society Index – European Commission). Inoltre, sarà possibile snellire tutte le procedure in modo tale da velocizzare ogni genere di procedimento amministrativo. I contribuenti che sceglieranno tale modalità avranno l’opportunità di godere di varie agevolazioni e di essere soggetti a meno controlli di natura fiscale, quali:

  • diritto al rimborso dell’IVA in 3 mesi

  • riduzione di un anno dei termini necessari per l’accertamento in materia di Iva e imposte

  • dirette, da 3 a 4 anni

  • esonero degli adempimenti fiscali relativi a ‘spesometro’, black list e prestazioni

  • intracomunitarie (intrastat), con attività di controllo a distanza dei dati acquisiti

  • abolizione di ricevuta e scontrino fiscale

Insomma, la fattura elettronica sembra essere uno strumento in grado di risolvere molte delle problematiche che, nel corso degli anni, hanno letteralmente ingessato la burocrazia italiana rendendola vittima di un meccanismo ormai antiquato e bisognoso di un ammodernamento tanto rapido quanto drastico.

La digitalizzazione di ogni genere di documentazione commerciale è da legare al progetto di più ampio respiro con il quale si ha intenzione di far approdare il nostro Paese verso una dimensione digitale razionale e condivisa. Proprio grazie alla digitalizzazione, numerose aziende avranno la possibilità di diventare ancora più competitive sia sul mercato nazionale che su quello globale. Una cosa è certa: quello della fattura elettronica è un banco di prova cruciale per tutti gli italiani. Con essa, infatti, dovrà essere effettuato un notevole passo in avanti per quanto riguarda le competenze specifiche che, almeno per il momento, sembrano non essere sufficienti.

Cosa serve per fare una fattura elettronica?

Per prima cosa, tutte le aziende dovranno essere in possesso di un computer, di una connessione ad internet, della ormai famosa PEC e di un software di archiviazioni apposito. Inoltre per emettere una fattura elettronica sarà necessaria anche la firma digitale. Ad essere fondamentale sarà quindi un processo di formazione continua grazie al quale far avvicinare alle nuove tecnologie anche coloro che, fino ad adesso, non sono stati parte integrante di tale articolata realtà. I numeri parlano chiaro: in Italia gli individui che nella loro vita non hanno mai utilizzato Internet sono circa 22 milioni, il 38,3% della popolazione residente in Italia. È il dato che emerge dall’ultima indagine Istat “I cittadini e le nuove tecnologie” riferito al 2014. Quattro italiani su dieci non hanno mai avuto a che fare con la tecnologia e usato un computer. Per tale ragione, investire in cultura digitale è un punto di partenza indispensabile per riuscire a consentire al nostro Paese di diventare sempre più competitivo ed appetibile agli occhi degli investitori.

Senza alcun dubbio, grazie alla fatturazione elettronica si avrà la possibilità di tenere sotto controllo ogni genere di rapporto di natura commerciale. La trasparenza, pertanto, sarà garantita ed a beneficiarne saranno tutti i cittadini. L’Italia deve fare molti passi avanti per riuscire a guadagnare terreno e, soprattutto, per stare al passo con un mondo che è sempre più tecnologico e ‘virtuale’. Anche per le generazioni ‘in uscita’ dal mondo del lavoro non sarà facile trovare un compromesso e comprendere a fondo un meccanismo che, di per sé, necessità di un background di informazioni vasto e, allo stesso tempo, molto specifico.

A questo punto, però, è più che mai fondamentale precisare che in ogni impresa è di primaria importanza che vi siano individui che, nel corso del tempo, hanno acquisito competenze in ambito digitale e, dunque, sono in grado di gestire l’attività senza alcun genere di difficoltà. Per un paese diverso e migliore è il momento di investire nel nostro futuro digitale, per l’Italia è arrivato il momento di guardare avanti con molta fiducia.

La fatturazione elettronica è un’opportunità da cogliere al volo per riuscire a fornire a tutte le aziende che operano sul territorio uno strumento grazie al quale guadagnare molto in termini di competitività e di trasparenza.

Per approfondimenti: legge 127/2015

Si occupa di progettazione digitale dal 2000. È consulente di comunicazione principalmente in ambiente web e social. Cura strategia e design di progetti online e offline, per aiutare persone e aziende a valorizzare e divulgare il proprio valore differenziale e la propria immagine professionale, per raggiungere ogni giorno un pubblico selezionato. Si interessa di innovazione, digitale e cambiamento.