È ormai noto da tempo che alcuni farmaci possono essere implicati nella comparsa di iperplasia gengivale, attualmente denominata “aumento di volume gengivale (AVG)".
In particolare, possiamo ricondurre l’AVG a tre tipi di farmaci di uso comune: la fenitoina (farmaco anticonvulsivante impiegato nel trattamento dell’epilessia), la ciclosporina-A (farmaco immunosoppressore, usato per evitare il rigetto dei tessuti trapiantati da parte dell’ospite e come trattamento per condizioni quali la psoriasi grave) e i calcio-antagonisti, come la nifedipina, (farmaci antiipertensivi).
L’iperplasia gengivale presenta, in ogni caso, le stesse caratteristiche cliniche e istologiche: ingrossamento della gengiva a insorgenza interdentale che progressivamente si estende alla superficie interna ed esterna degli elementi dentali, dolore, arrossamento e sanguinamento, col rischio di compromettere l’occlusione dentale e la masticazione.
Il tessuto gengivale può arrivare a coprire completamente il dente tanto da richiedere una rimozione chirurgica, la gengivectomia, che a volte può essere molto imponente e comportare seri rischi di complicanze emorragiche postoperatorie.
Tuttavia, un’accurata igiene orale e frequenti ablazioni di tartaro eseguite dal dentista o dall’igienista dentale possono rallentare la velocità di crescita del tessuto ed eliminare la necessità di ricorrere all’intervento chirurgico.
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