WhatsApp e GDPR: i rischi per lo studio odontoiatrico

WhatsApp e GDPR: i rischi per lo studio odontoiatrico

In base al GDPR, questo non è generalmente più consentito. L’utente, in qualità di proprietario dello smartphone, dovrebbe chiedere l’autorizzazione a tutte le persone della sua rubrica prima che i loro dati vengano legalmente trasferiti ai server statunitensi.

Quindi è vietato l’uso di WhatsApp?

Secondo l’articolo 2, paragrafo 2c del GDPR, “il presente regolamento non si applica al trattamento dei dati personali effettuato da una persona fisica nell’ambito di attività a carattere esclusivamente personale o domestico”.

Quindi, se usate l’app solo per scopi privati siete perfettamente in regola.

La questione sembra invece diversa per le aziende che utilizzano WhatsApp per comunicare con i clienti. In tal caso, a causa dei dati raccolti e memorizzati sui server statunitensi, il proprietario del telefono dovrebbe ottenere l’autorizzazione da tutta la sua rubrica.

Inoltre, dovrebbe esplicitare ai propri clienti (ma anche nel registro del trattamento dei dati previsto dal GDPR) che i loro dati finiscono su server al di fuori del Unione europea; ovvero dichiarare un livello di sicurezza dei dati dei pazienti trattati più basso, con un rischio più elevato di perdita e un uso non esattamente in linea con i principi del GDPR.

Cosa si può fare?

Un’azienda o uno studio professionale più o meno grande che vuole lavorare in sicurezza, ovvero azzerare rischi inutili (v. “privacy by design”, che è alla base del GDPR), dovrebbe smettere di utilizzare WhatsApp.

Il presente post è tratto da un articolo pubblicato sul website di Avira, uno degli antivirus più diffusi nel mondo.

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Laureato con lode in Ingegneria Elettronica. Dal 1998 lavora in Dental Trey come responsabile di sviluppo software per Imaging odontoiatrico, sia per gli aspetti di gestione/elaborazione dati che per quelli di interfacciamento e supporto delle attrezzature specifiche (sistemi per radiologia digitale 3D e 2D, tlc, macchine fotografiche etc.) È co-autore del libro: “3D Radiology in dentistry” ed. Elsevier ed autore di articoli su riviste medico/scientifiche del settore odontoiatrico. Ha contribuito all’attività di diverse società scientifiche odontoiatriche in qualità di relatore in occasione di eventi/congressi (SIdP,AIE, ANDI, etc.)
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