Sì, è possibile ed è preferibile dal punto di vista ergonomico: acquisto di un solo prodotto, una sola scheda di sicurezza e un’unica procedura di preparazione.
Gli obiettivi dopo le fasi di decontaminazione e di trattamento in ultrasuoni saranno:
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mantenere le performance dei dispositivi medici
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rimuovere tutte le sostanze (organiche e chimiche) per azione della cavitazione in ultrasuoni
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ridurre la contaminazione microbica (bioburden) per l’azione del disinfettante e termica
Il raggiungimento di tutti e tre gli obiettivi è fondamentale per l’efficacia finale del processo di sterilizzazione. Quindi, una prima raccomandazione è quella di verificare la corretta immersione degli strumenti (es. evitare che leve con manico in materiale plastico galleggino), che siano in posizione di sicurezza, con giunture aperte e disposti senza zone d’ombra.
Come scelgo il prodotto idoneo?
È noto che un prodotto da usare solo per la decontaminazione chimica deve avere azione disinfettante (D.M. 8/09/1990* e UNI-EN ISO 17665-2**) e va usato a temperatura ambiente. Se invece deve essere usato anche negli ultrasuoni è indispensabile verificare che abbia le seguenti caratteristiche:
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testato secondo le Normative Europee per strumenti dentali critici e semicritici
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compatibile con l’utilizzo in ultrasuoni in relazione alla loro frequenza (35 Khz) d’uso
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stabile la sua azione disinfettante alla concentrazione indicata per ultrasuoni
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stabile la sua azione pulente alla concentrazione indicata per ultrasuoni
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stabile alle temperature utilizzate negli ultrasuoni
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stabile in ultrasuoni per almeno 5-8 cicli giornalieri, che sono in genere eseguiti nelle strutture odontoiatriche
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conforme per l’utilizzo in ultrasuoni in relazione al tempo di contatto per l’azione disinfettante e pulente
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non corrosivo per un contatto prolungato alla vasca ultrasuoni
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contenga buoni agenti anticorrosione per gli strumenti dentali
Ulteriori caratteristiche
È preferibile che il prodotto sia attivo in ultrasuoni a temperature nell’intervallo tra 30°-40°C per:
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evitare la precipitazione delle proteine (>45°C)
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limitare l’evaporazione del liquido potenzialmente contaminato (… tenere sempre il coperchio sulla vasca di decontaminazione e ultrasuoni)
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favorire il risparmio energetico
Oggi questo intervallo di temperatura è indicato nelle schede tecniche di molti disinfettanti.
Inoltre, il prodotto non dovrebbe contenere sostanze tossiche (aldeidi etc). Il prodotto viene scelto tra i disinfettanti per strumenti di livello basso-intermedio (le informazioni sulle caratteristiche possono essere acquisite dai fascicoli tecnici dei produttori). I controlli operativi prevedono la verifica della data di scadenza ogni volta che si prepara la soluzione e della preparazione al momento dell’uso. La soluzione deve essere sostituita ogni volta che risulta visibilmente torbida/sporca o dopo un numero di cicli (definiti al punto f) e comunque ogni 8-12 ore. La vasca ultrasuoni deve essere sanificata quotidianamente, seguendo le indicazioni del fabbricante.
Occhio alle criticità
La selezione del prodotto idoneo risente di alcuni problemi sui controlli operativi in ultrasuoni:
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non erano definiti nella Norma UNI-11408 del 2011, ma lo sono stati in una linea guida inglese HTM01-05 più recente e in riferimento alla Norma EN 15883
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esistono in commercio delle Test Strips per verificare il pH e la concentrazione dei disinfettanti (Quac, per acetici etc), ma l’interpretazione non è sempre semplice, e non sono ancora commercializzate in Italia
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spesso mancano chiare informazioni dei produttori sull’azione pulente/detergente dei prodotti in ultrasuoni, verificabile con controlli tipo STF Browne, Wash Check, etc.
N.B.
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In ultrasuoni è sconsigliato l’uso di un disinfettante definito di alto livello/sterilizzante chimico: potrebbe essere tossico (es. aldeidi) o essere instabile ad alcune temperature in ultrasuoni (es. prodotti peracetici). Inoltre, l’alto costo sarebbe ingiustificato per trattare strumenti termostabili che dovranno essere trattati con la sterilizzazione fisica.
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La relazione concentrazione-tempo di contatto-temperatura diventa vincolante per gli strumenti, che permettono prima l’azione pulente tramite ultrasuoni e poi la termodisinfezione. Inoltre, l’erogazione del prodotto concentrato, in genere denso, può non essere accurata. Tuttavia la stabilità dell’attività disinfettante/pulente dovrebbe essere mantenuta poiché il prodotto diluito viene utilizzato per un solo ciclo. Questo però comporta costi elevati sia per le quantità utilizzate della soluzione per ciclo, sia per lo smaltimento dei liquidi come rifiuti speciali.
*Il D.M. 28 settembre 1990 prevede che “I presidi riutilizzabili devono, dopo l’utilizzo, essere immediatamente immersi in un disinfettante chimico di riconosciuta efficacia sull’HIV prima delle operazioni di smontaggio o pulizia, da effettuare come preparazione per la sterilizzazione”.
**La Norma UNI-EN ISO 17665-2 indica nell’introduzione “è importante che determinati strumenti siano smontati durante la decontaminazione” ed è necessario attenersi alle indicazioni (di smontaggio) del fabbricante del DM da ricondizionare (UNI-EN ISO 17664).
Referenze
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Vassey M, et al. A quantitative assessment of residual protein levels on dental instruments reprocessed by manual, ultrasonic and automated cleaning methods. Br Dent J 2011;210:E14. Available from: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21372833.