Sappiamo tutto sull’empatia e sui neuroni specchio, ma ci comportiamo in modo aggressivo e litigioso. Professiamo l’ascolto attivo, ma siamo concentrati su noi stessi e sui bisogni personali. Parliamo di assertività, ma quello che ci interessa è affermare i nostri presunti diritti, spesso negandoli agli altri. Questa incoerenza è presente anche nei luoghi di cura, dove invece l’empatia, l’ascolto attivo e l’assertività dovrebbero essere alla base della relazione tra medico e paziente.
Gli Studi odontoiatrici non vengono meno a questa situazione e può capitare di vivere tensioni durante giornate che sfiniscono, confrontandosi con pazienti esigenti, collaboratori demotivati e conti che non tornano mai. Nonostante questa realtà, si sente parlare sempre più spesso di quanto l’empatia sia fondamentale e a professarne l’importanza spesso sono persone che con i pazienti non hanno mai passato neppure un minuto né hanno mai vissuto la quotidianità di uno Studio odontoiatrico.
Ma cos’è questa empatia? È realistico pensare che sia indispensabile per curare le persone? E se non si ha la fortuna di provarla, che si fa? Ricordando che, per definizione, è la “capacità autentica di comprendere a pieno lo stato d’animo degli altri”, si capisce bene come sia una condizione difficile da accendere a comando e fragile da mantenere, in quanto dipende anche dallo stato d’animo personale, dai contesti e dai comportamenti delle altre persone.
Nei miei Corsi di “Comunicazione Medico-Paziente” ricordo come la relazione con il paziente debba essere considerata un vero e proprio momento di cura e puntualmente vedo annuire con convinzione i colleghi, ma pochi di loro hanno fatto corsi specifici sull’argomento. Così da tempo sono convinto che più che di empatia sia opportuno parlare di competenze comunicative: quelle si possono apprendere, possono essere replicabili e pongono le basi per la creazione di climi empatici e alleanze terapeutiche.
L’empatia è tale solo se autentica, è uno stato altissimo, al quale tutti dovremmo tendere, ma il lavoro dell’odontoiatra non può prescindere dalla conoscenza delle dinamiche della comunicazione che è necessario apprendere con l’impegno personale. In poche parole: impariamo come funzionano le relazioni interpersonali e come controllarle efficacemente, impegnandoci nello stesso tempo a guardare la realtà dal punto di vista del paziente per riuscire ad entrare nel suo mondo.