L’evoluzione del settore odontoiatrico negli ultimi anni ha portato a profondi cambiamenti: nuove tecnologie, strumenti digitali, pazienti più consapevoli ed esigenti, e un’attenzione crescente all’igiene e all’estetica. In un contesto post-pandemico, tutto ciò ha evidenziato la necessità di un approccio strutturato al contenimento del rischio infettivo all’interno degli studi dentistici.
L’efficace gestione del rischio clinico passa attraverso un'attenta analisi delle fonti di pericolo, una corretta valutazione del rischio stesso e l’adozione di strategie mirate per limitarlo o eliminarlo. Un utile strumento guida in questo processo è la gerarchia dei controlli del rischio, un modello riconosciuto anche in ambito odontoiatrico per la sua efficacia nella prevenzione delle infezioni.

I cinque livelli della gerarchia dei controlli
Il modello si articola su cinque livelli, organizzati in ordine di efficacia nella riduzione dell’esposizione ai rischi. Vediamoli nel dettaglio, con esempi pratici per il contesto odontoiatrico.
1. Eliminazione del rischio
È la strategia più efficace, ma non sempre applicabile. Consiste nell’eliminare completamente la fonte di rischio. In ambito odontoiatrico, un esempio semplice ma concreto può essere il rinvio di appuntamenti per pazienti sintomatici o febbrili, evitando il contatto diretto con un potenziale veicolo di infezione.
2. Sostituzione con alternative più sicure
Quando non è possibile eliminare il pericolo, è utile ricorrere a tecnologie o pratiche meno rischiose. In odontoiatria, ciò si traduce nell’impiego di strumenti e tecniche minimamente invasive per ridurre la produzione di aerosol e schizzi contaminati. Utilizzare ad esempio cannule chirurgiche ad alto volume, che possono abbattere fino al 90% della produzione di aerosol, oppure dighe di gomma, che creano un’efficace barriera isolante, rappresenta un passo concreto verso un ambiente clinico più sicuro.
3. Controlli tecnici e ingegneristici
Questo livello riguarda l’adozione di soluzioni meccaniche o tecnologiche che isolano il rischio dalla persona. Nei centri odontoiatrici, rientrano in questa categoria:
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Contenitori di sicurezza per aghi e oggetti taglienti
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Sistemi antiperforazione
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Vasche a ultrasuoni per il pretrattamento degli strumenti
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Impianti di ventilazione e purificazione dell’aria, fondamentali per contenere la dispersione di bioaerosol generati durante le procedure
L’obiettivo è sempre quello di creare barriere fisiche o ambientali tra operatori, pazienti e potenziali agenti infettivi.
4. Controlli amministrativi
Si tratta di procedure e regole operative che definiscono come svolgere il lavoro in sicurezza. Dai protocolli interni alle istruzioni operative, questi controlli hanno lo scopo di indirizzare i comportamenti del personale.
Un esempio concreto è la verifica sistematica del corretto utilizzo della cannula chirurgica durante le procedure con produzione di aerosol. O ancora, la formazione continua su pratiche di sterilizzazione, confezionamento e conservazione degli strumenti, supportata da Standard Operating Procedures (SOP) chiare e accessibili.
Le buone pratiche amministrative, se ben implementate, creano un ambiente di lavoro più consapevole e responsabile.
5. Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)
Ultima linea di difesa, i DPI sono indispensabili ma non sufficienti da soli. È fondamentale integrarli in un sistema strutturato che preveda anche gli altri livelli di controllo.
Nel contesto odontoiatrico, i DPI comprendono:
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Guanti antitaglio
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Mascherine filtranti
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Camici impermeabili
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Occhiali protettivi
È importante distinguere tra Dispositivi di Protezione Individuale (regolamento UE 2016/425) e Dispositivi Medici (Regolamento MDR 2017/745): i primi servono a proteggere l’operatore, i secondi sono destinati alla cura del paziente. Entrambi devono essere utilizzati correttamente e sostituiti dopo ogni utilizzo o se danneggiati.
L’importanza della prevenzione per la sicurezza e la reputazione dello studio
Le infezioni correlate all’assistenza (HAI) possono avere gravi conseguenze non solo sulla salute dei pazienti, ma anche sulla responsabilità legale e l’immagine professionale dello studio. Sottovalutare il controllo delle infezioni può portare a sanzioni, contenziosi e perdita di fiducia.
Adottare un approccio proattivo e multilivello nella gestione del rischio non è più una scelta, ma una necessità. Rispettare la gerarchia dei controlli, aggiornarsi sulle normative in vigore e sensibilizzare il team sono passi fondamentali per garantire ambienti di lavoro sicuri, migliorare l’esperienza del paziente e tutelare l’intera organizzazione.
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