Riabilitazione estetica mediante faccette dirette in composito

Riabilitazione estetica mediante faccette dirette in composito

Presentiamo un caso di un giovane paziente che si presenta presso il nostro studio con richiesta di riabilitazione estetica mediante faccette dirette in composito.

gelli1Fig. 1: Sorriso Iniziale

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Fig. 2: Particolare del gruppo antero-superiore

Una volta eseguita la visita clinica e radiologica ed esclusa la presenza di altre patologie odontoiatriche si procede al progetto estetico.

Viene eseguita una ceratura diagnostica da 12 a 22 al fine di migliorare i seguenti aspetti:

  1. Ottimizzazione morfologica dei margini incisali: il paziente presenta una corretta lunghezza degli incisivi superiori, come dimostra il rapporto tra profilo del labbro inferiore e andamento dei margini del gruppo superiore; tuttavia decidiamo di modificare ed allargare la forma dei margini incisali per armonizzare la morfologia degli incisivi superiori.
  2. Correzione degli assi dentali di 11 e 21: viene ottenuta aumentando il volume della componente distale degli elementi interessati.
  3. Correzione dell’inclinazione vestibolo linguale del gruppo incisivo superiore: aumentiamo il volume vestibolare (1.3mm), tale scelta ci consente di ottenere spazio per il materiale da modellazione, migliorare l’inclinazione degli incisivi superiori e aumentare il sostegno del labbro superiore.

Una volta accettata la proposta terapeutica mostrata al paziente tramite tecnica di mock up diretto, si procede con la terapia.

Al fine di migliorare la componente cromatica del sorriso del paziente viene eseguito uno sbiancamento domiciliare delle arcate dentali. Attese circa 2 settimane da tale trattamento si procede all’esecuzione di 4 faccette dirette in composito (12-22).

Sotto isolamento assoluto con diga di gomma viene eseguita una tecnica adesiva 3 step total etch

gelli3Fig. 3: Ricostruzione dei margini incisali con mascherina in silicone ricavata da ceratura diagnostica

La modellazione prevede i seguenti passaggi:

  1. Creazione della shell palatina dei margini incisali con smalto traslucente mediante mascherina in silicone ricavata da ceratura diagnostica;
  2. Modellazione di un primo incremento di smalto opaco (composite Si 0);

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Fig. 4: Modellazione di un primo strato di smalto ad alta luminosità

  1. Cut Back: ha l’obiettivo di regolarizzare in sottrazione le forme ottenute, creare spazio controllato per un secondo strato di smalto traslucente (inferiore a 0.5mm), ottenere delle concavità di invito per supercolori da interporre tra i due strati di composito;
  2. Caratterizzazione: dopo il cutback si bagna la superficie con bonding e si esegue la caratterizzazione mediante l’utilizzo di supercolori, tale tecnica ci consente di aumentare il senso di tridimensionalità dei nostri restauri nonostante venga eseguita una modellazione semplificata con solo due strati di composito.
  3. Modellazione di un secondo strato di smalto traslucente con l’obiettivo di equilibrare il valore del restauro, proteggere la caratterizzazione e finalizzare la morfologia delle faccette dirette.

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Fig 5: Situazione clinica dopo aver eseguito cut-back successivo alla prima modellazione e caratterizzazione con supercolori

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Fig. 6: Modellazione finale prima di eseguire manovre di rifinitura

Seguono manovre di rifinitura, lucidatura e brillantatura.

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Fig 7. Particolare del gruppo superiore a 6 mesi dall’esecuzione dei restauri

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Fig 8. Sorriso del paziente a 6 mesi dalla terapia

 

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Laureato con lode all' Università di Pisa nel 2011. Segue vari corsi di specializzazione e perfezionamento in odontoiatria conservativa e protesi in Italia e all'estero. Nel 2016 diventa specialista in Odontoiatria Restaurativa basate nelle vuove tecnologie all'Università Complutense di Madrid presso la quale è ora docente di odontoiatria adesiva e protesi. Dal 2017 inizia a collaborare con l'Università di Pisa. E' Socio attivo della IAED (Italian Accademy of Estethic Dentistry). Svolge attività clinica prevalentemente dedicata all'odontoiatria estetica, adesiva e protesica.
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