Come trasformare il personale da manodopera a mentedopera
Esistono due definizioni riguardo il personale ausiliario:
- Le assistenti sono un male necessario
- Il personale determina il successo o l’insuccesso dello studio
Il nostro atteggiamento nei confronti dei nostri dipendenti si può riconoscere in una di queste due frasi.
Il personale è senz’altro una spesa necessaria, in quanto lavorare da solo rappresenta attualmente una scelta svantaggiosa dal punto di vista qualitativo ed economico. Tuttavia non è un semplice costo, ma un investimento.
Oggigiorno non esistono più le D.d.C. (Dame da Compagnia) che si vedevano nei vecchi studi dentistici con dipendenti in sovrannumero. Nell’attuale realtà non ci serve neanche manodopera, persone che seguono passivamente le indicazioni date da altri. Ciò di cui abbiamo bisogno sono persone che conoscano il perché sono state assunte e contribuiscano con la loro creatività e impegno al successo dello studio, in una parola mentedopera.
La manodopera va bene per le megastrutture low cost che si basano sulla quantità. Lì il paziente sceglie il prezzo e quindi ogni aspetto relazionale è eliminato per poter ridurre i tempi e risparmiare costi. La libera professione invece non si basa su concetti di produttività aziendale tipici delle multinazionali, ma sul rapporto medico-paziente. In questo caso non è importante il risparmio su costi e tempi (a cui si sta in ogni caso attenti…), ma la qualità clinica e l’aspetto relazionale.
In tale situazione il personale ausiliario deve avere capacità comunicative e personali, che superano quelle del semplice “pulisci-strumenti”. Avere queste persone non agevola soltanto il lavoro, ma diventa una questione di “sopravvivenza” professionale. Infatti l’aspetto comunicativo e di differenziazione è diventato indispensabile per l’esistenza delle nostre attività professionali. Più avremo persone in gamba maggiore sarà l’accettazione dei preventivi e la fidelizzazione dei pazienti.
Come facciamo a trovare queste persone o a modificare il comportamento di quelle con cui lavoriamo?
Assumere una persona non è come comprare un prodotto, qualcosa che poi funziona da solo. Ho visitato alcuni studi che “speravano nella nuova assunta” come se il miglioramento dello studio dipendesse da una ragazza che non conosce nulla della nostra attività. Formare una persona è come avere una pietra grezza, da cui creare una bellissima scultura. Ci vuole tempo e impegno. Il risultato però rimane nel tempo.
Ogni tanto qualche collega mi contatta per modificare il comportamento dei dipendenti. Vorrebbe una giornata formativa per far capire al personale che “bisogna fare questo e quello…” oppure un programma di coaching ”perché sappiano come vanno le cose”. Tuttavia questi interventi lasciano il tempo che trovano. La giornata formativa stimola per un po’ di tempo, ma poi torna tutto come prima, se non si attuano degli interventi per mantenere il nuovo comportamento appreso.
Chiaramente il dentista ha già il suo daffare nel condurre uno studio e una famiglia. Però questo fa parte dello studio e influisce anche sulla serenità familiare (quante notti insonni si perdono per problemi creati dal personale non formato…). È praticamente un investimento che va controllato periodicamente affinché frutti.
Si sentono spesso corsi sulla team motivation, i ruoli del team, la leadership nel team, il team management… (ma perché non parlano in italiano…) , ma spesso chi li tiene sono persone che difficilmente hanno avuto a che fare con propri dipendenti nel lungo termine. Praticamente si paga per sentire dei riassunti di libri… (tanto vale che me li legga da solo).
La formazione continua e la gestione delle riunioni sono la risposta, se vogliamo avere della mentedopera che crei il successo dello studio.
Il dottor Caprara tiene corsi per il personale ausiliario.