L’introduzione della scansione intraorale nella pratica clinica quotidiana ha enormemente rivoluzionato l’approccio alle varie terapie: alcune branche come l’implantologia hanno fin dall’inizio subito una forte influenza, in altri casi tale passaggio è stato più graduale, seppure più profondo, tanto da dare vita ad un management del tutto indipendente: è questo il caso della Restaurativa digitale.
L’applicazione di metodiche minimamente invasive, unite allo sviluppo di strategie adesive sempre più performanti e ad un incremento sempre più calzante di terapie finalizzate a preservare strutture smalto-dentinali sane ha trovato nel flusso digitale una spinta che, se utilizzata nel modo corretto, ha elevato la qualità e la velocità della performance odontoiatrica in Restaurativa.
La possibilità di previsualizzare il risultato finale, di poter gestire funzione ed estetica già nelle fasi di mock-up, di rivedere e correggere (con estrema semplicità) ogni step restaurativo prima di passare al successivo ha reso la terapia conservativa (diretta e indiretta) predicibile, semplice e veloce.
Case report: realizzazione di un overaly in disilicato di litio - full digital flow
Il paziente, un uomo di 62 anni, si presentava alla nostra attenzione lamentando la frattura di un vecchio restauro in corrispondenza dell’elemento 4.6.
Si procedeva dunque ad una corretta valutazione anamnestica, ad un esame obiettivo completo, corredato da indagini radiografiche.
Tale valutazione delineava una frattura parziale della porzione occluso-distale dell’elemento 4.6 sottoposto anni prima ad un trattamento endodontico.
Fig 1 - Baseline
L’esecuzione di una radiografia endorale periapicale mostrava inoltre come tale frattura interessasse il tessuto d’attacco sovracrestale terminando 1 mm sottocresta.
Nell’ottica di una odontoiatria minimamente invasiva, si decideva dunque di eseguire un allungamento di corona clinica al fine di ristabilire una corretta connessione tra margine restaurativo ed ampiezza biologica e procedere dunque alla realizzazione di un overlay in disilicato di litio (Fig. 1-2).
Fig 2 - Situazione iniziale - Visione occlusale e vestibolare
Dopo aver rimosso adeguatamente la porzione smalto-dentinale non sostenuta attraverso una fresa in zirconia si procede ad eseguire un allungamento di corona clinica: viene eseguita un’incisione intrasulculare da entrambi i lati e dunque sollevati due lembi triangolari; successivamente la porzione ossea crestale viene ridotta di circa 3 mm in direzione apicale (Fig. 3).
Fig 3 - Allungamento di corona clinica
Viene dunque effettuato l’isolamento del campo operatorio (a lembo aperto) al fine di poter restaurare un corretto margine di preparazione e realizzare il build-up (Fig.4-5-6).
Fig 4 - Isolamento del campo operatorio
Fig 5 - Restauro della porzione distale
Fig 6 - Build-up e preparazione cavità overlay
Completata la preparazione ed ottenuto un corretto disegno della cavità si procede alla scansione intraorale.
Nel suddetto caso viene effettuata una doppia scansione: una normale scansione di entrambe le arcate e del bite e un’altra sotto isolamento del campo operatorio (Fig. 7-8).
Fig 7 - Scansione intraorale con diga di gomma
Fig 8 - Scansione intraorale - doppia visuale
Tale tecnica permette di poter realizzare una scansione estremamente precisa dell’impronta (derivante dal vantaggio dell’aumento di luminosità creato dalla diga) e scevra dalle interferenze che la saliva o il sangue (sotto la diga il lembo è ancora aperto) potrebbero provocare, oltre al fatto di potere ottenere un’impronta corretta nella stessa seduta in cui viene effettuato allungamento di corona clinica e build-up.
Una volta rimossa la diga si procede alla sutura dei lembi ed all’applicazione di un restauro provvisorio (Telio CS Link) al fine di proteggere la preparazione.
Fig 9 - Overlay in disilicato di litio
Dalla scansione intraorale origina un flusso totalmente digitale che porterà alla realizzazione di un overlay in disilicato di litio (Fig. 9).
Dopo 15 giorni dall’allungamento di corona clinica si procede alla cementazione dell’intarsio. Vengono dunque eseguite tutte le procedure adesive necessarie alla cementazione di un manufatto protesico in disilicato di litio sotto isolamento del campo operatorio (Fig. 10-11).
Fig 10 - Cavità overlay dopo 15 giorni
L’utilizzo del flusso digitale ha permesso di ottenere una terapia restaurativa indiretta estremamente precisa, riducendo il discomfort del paziente e ottimizzando il timing della riabilitazione.
L’associazione, oggi, del flusso digitale alle moderne tecniche adesive può costituire il gold standard nell’ambito delle procedure indirette, garantendo in modo estremamente preciso funzione ed estetica all’interno di protocolli minimamente invasivi.
Fig 11 - Fasi cementazione dell'intarsio
Fig 12 - Risultato finale
VIDEO WORKFLOW DIGITALE DEL CASO CLINICO