Nonostante l’epoca pandemica che stiamo vivendo, dove tutti siamo obbligati a relazionarci con gli altri indossando una mascherina che copre il sorriso, l’attenzione nei confronti della cura del cavo orale e in particolare nei confronti delle migliorie estetiche delle aree orale e periorale è significativamente aumentata.
Forse parte della responsabilità è imputabile alle riunioni di lavoro via web dove vengono inquadrati solo i volti dei partecipanti e la crescente richiesta di trattamenti estetici nella zona del volto è stata infatti definita ZoomBoom.
Il professionista non può dunque farsi trovare impreparato davanti a questo panorama: lo sbiancamento dentale rappresenta il primo approccio al mondo dell’estetica dentale e spesso rappresenta un potente mezzo di fidelizzazione del paziente. Bisogna quindi conoscere protocolli e materiali performanti e funzionali.
Caso clinico
Laura 25 anni, carnagione chiara e labbra poco pigmentate.
Immagini pre trattamento
Dopo una accurata osservazione clinica dello smalto, la raccolta dei dati anamnestici con particolare attenzione nei confronti di eventuali sensibilità dentinali pre-esistenti e radiografie endorali per escludere la presenza di lesioni cariose o problematiche radicolari e periapicali, si è proceduto con la realizzazione di mascherine semirigide per effettuare un trattamento domiciliare con perossido di carbammide al 16% White Dental Beauty.
La paziente, altamente compliante ha eseguito domiciliarmente il trattamento per un totale di 16 applicazioni consecutive di 6 ore di media.
Nessuna sensibilità riscontrata durante il trattamento.
Immagini post trattamento
Le siringhe consegnate in totale sono state 3 e al controllo a 16 giorni non erano state terminate.
Data la compliance della paziente e la totale assenza di sensibilità si è deciso di proseguire il trattamento in autonomia per terminare il materiale rimasto, stimato sufficiente per ulteriori 3 applicazioni.
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